Forse quel silenzio d'immondizia in cortile
Forse quel destino spento da incatenare
Dentro un giorno sempre uguale
Quelle luci fredde o una corsia d'ospedale.
Via da questi luoghi, via da vecchie paure
Via da questi sguardi e dalla noia volgare
Via dal pregiudizio, gonfio di violenza
Dalle polveri sottili dell'indifferenza.
Come il fiore troppo raro
di un'intelligenza destinata a sfuggire.
Via da chi rinuncia e non ti lascia tentare
Via da chi ti infanga e non rinuncia a mentire
In tutti quei ricatti stesi ad aspettare
Nel dispositivo umano definito amore.
La sconfitta è un'eleganza
Per l'ipocrisia di chi si arrende in partenza.
Libera quanto basta per
Libera quanto basta per
Dare alla tua strada un nome e l'ultima risposta...
3 commenti:
bon, vado di subsonica pure io, che essere solidali ogni tanto non fa male
Io non ero così fighetta da avere la smemoranda.
Era già tanto se mi compravano il diario!
Epperò ci disegnavo piuttosto che trascriverci le canzoni.
@Kabalino: grazie per la solidarietà!
@Cate: io ci scrivevo, ci disegnavo...tutto tranne che segnarci i compiti!
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