Oggi invece, ispirata dal penultimo post di questa fanciulla, in deroga alla mia filosofia del disimpegno come meccanismo di difesa da mal di panza e cefalee, scriverò un post serio. Anche perché ieri ho sentito di nuovo quella frase (si, quella, dai che lo sapete: "Ti rendi conto di quanto sei fortunata?"), e quindi vado a esplicitare un concetto che a me pare lapalissiano, ma evidentemente agli altri no.
DEL PERCHE' LA LEGGE 30 (CHIAMIAMOLA COSI' CHE POI DICONO CHE SIAMO TERRORISTI) DANNEGGIA ANCHE ME
Io ho un lavoro statale a tempo indeterminato, che odio aborro e schifo e non è quello per cui ho studiato anzi è quello che ho sempre cercato di evitare, non mi gratto la patata per 8 ore al giorno e ancora un po' e una bella depressione non me la leva nessuno (mi hanno detto anche "No non si scherza con la depressione, non si nomina a cuor leggero bla bla". Si, ok, ma ristrovarsi a piangere tutti i giorni per un mese di fila un pensiero te lo fa venire, no? comunque.)
Dicevo, faccio un lavoro che mi fa schifo (SCHIFO), ho studiato e lavorato per fare tutt'altro ma mi devo ritenere PRIVILEGIATA.
Viviamo in un paese cosiddetto civile e occidentale in cui ti devi ritenere PRIVILEGIATA se hai un lavoro normale con stipendio medio-basso. Viviamo in un paese
dove il lavoro non è più un diritto né un servizio che il lavoratore offre, no. IL LAVORO E' UNA FORTUNA, e se ti capita il terno al lotto di trovarne uno che duri più di 3 mesi ti ci devi attaccare come una cozza allo scoglio anche se preferiresti sfranticartici la testa, sullo scoglio, perché l'alternativa lo sappiamo tutti qual è.
Spero di essere stata spiegata.
venerdì 21 settembre 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commenti:
molta ragione,
la cosa più tragica secondo me è che ti passa la voglia anche di provarci a puntare a qualcosa che ti realizzi davvero. ti spacchi la schiena per una formazione superiore (che già di per sè è ancora un privilegio in questo paese di merda) già sapendo che difficilmente ti porterà dove vuoi arrivare. è un sistema che ti succhia via l'entusiasmo, e questo è triste. conosco gente che cancella pezzi di curriculum per non sentirsi rispondere "mi dispiace sei troppo qualificato per questo lavoro". è triste, davvero. non che uno pretenda chissà che carriera, riconoscimenti, stipendi da sogno.. è che detesto gli sprechi, e non mi pare neanche che questa società possa permetterselo di sprecare tanto "capitale umano".
bene.
ora torniamo serene al disimpegno!
Posta un commento