Stamattina mi sveglio intorno alle 9 con un vago senso di nausea e brividini diffusi. Con un occhio aperto e uno chiuso mi trascino alla ricerca del termometro maledicendo quegli affettuosi genitori che ci consegnano i pargoli annunciando "L'ho portato anche se ieri ha vomitato 4 volte e aveva la febbre a 45. Oggi pare stia bene" (Bambino: "Maaaammmmmmaaaaaaaaaaa!!! voglio andare a casa, mi fa male la pancia!" Madre coraggio: "Sono solo capricci, ma in caso di vomito, incontinenza diarroica o svenimenti chiamami pure!"). L'amico termometro segna 37,9. Abbastanza da farmi sentire giustificata nell'intento di rifugiarmi sotto il piumone quelle altre 4/5/8 orette. Alle ore 14:00 mi alzo, faccio pipì, mi scolo un peccaminoso VivinC Cocktail, mangio una mela e torno sotto il piumone a dormicchiare mentre gli Amici di Maria si esibiscono in una Piazza del Popolo gremita. No, ho controllato sul giornale, non era un delirio da febbre.
Alle ore 16:00 circa suona il citofono. Faccio mente locale. Chi sarà mai? Un'improvvisata di qualcuno dei molteplici (2? 3?) amici che ho qui a Torino? Naaa, nell'era del telefonino le improvvisate citofoniche non si usano più. Comunque anche se fosse, penso, non rispondo. Sono in piena sudata sfebbrante e ho i capelli a nido di rondine. Ho un'immagine pubblica da salvaguardare, io. La padrona di casa? Mi guardo intorno: borsone da disfare (da mercoledì), babbaciocioli di polvere basculanti tipo cespugli spinati del Nevada...no, non posso permettermi uno sfratto adesso. Non rispondo. Il citofono continua a suonare. Aò, ma chi sei? Che vuoi? Non sono in casa, telefonami se è tanto urgente!
Quando il molesto suono si placa, mi alzo un attimo per far uscire una molesta mosca, e intravedo un'ombra minacciosa dietro lafinestra. Paura. Mi avvicino guardinga brandendo il coltellaccio in omaggio con 10 euro di spesa alla Crai, e vedo Amica V che scruta all'interno con la faccia terrea (devo precisare a tal proposito che ella non si è arrampicata usando le ventose uscite dall'uovo di pasqua di Spiderman. Io abito in una di quelle che i civili chiamano case di ringhiera, e io pittoresche case polentone in cui si entra dal balcone). Decido infine di palesarmi ed ella mi aggredisce: "Che fine hai fatto????!!!! Mi ha chiamato tua madre in preda al panico! Cerca di telefonarti da ieri e non rispondi!"
Io: "Mia madre ha il tuo numero?" (si lo so, non era proprio la domanda più pertinente, ma la curiosità è femmina!)
Amica V: "Ha telefonato ad Amica A in terronia per farselo dare! Ma perché non rispondi al telefono e nemmeno al citofono?"
Io: "Beh, sul citofono direi che se mi guardi bene, e se dai un'occhiata alla casa, potrai darti risposta da sola..."
Amica V: "In effetti..."
Io: "Quanto al telefono..." prendo il telefono, posato sul comodino. Acceso. Nessuna chiamata ricevuta.
?
Lo spengo. Lo riaccendo. Arrivano 7896 sms di chiamate perse.
La morale della storia è: rispondete sempre al citofono se non volete ritrovarvi a casa la troupe di "Chi l'ha visto?". E se avete una madre che tende a chiamarvi quelle 2 o 3 volte al giorno, se capita di non ricevere sue notizie per 24 ore, controllate che il vostro telefono funzioni.
Io intanto abbandono l'idea del monolocale e mi cerco un appartamento condiviso.
Anche perché qua, oltre che tutte le acque dei sette cieli (ah già, l'odore di santità. Questo dev'essere lo starnuto del Signore), piovono offerte di lavoro, prive delle corrispettive offerte di retribuzione. E io continuo ad accettare. Fra poco avrò 10 lavori e guadagnerò 20 euro al mese.
I conti non tornano. Apparecchio solo per i marchesi?