sabato 27 ottobre 2007

Book Challenge 1

Durante una delle mie matte e disperatissime sessioni di cazzeggio spinto, mi sono iscritta a questa sfida qui:
trattasi di leggere, fra ottobre e dicembre, 3 libri da cui siano stati tratti film, e possibilmente esprimere un giudizio sul proprio blog, che in teoria dovrebbe essere uno di quei blog in cui si parla soprattutto dei libri letti, dei libri da leggere, dei libri sul comodino, di quelli nella libreria, dei libri in bagno, dei libri acquistati, di quelli prestati, di quelli amati, di quelli odiati, di quelli che si leggevano da piccoli, di quelli che è meglio leggere davanti al caminetto e quelli che invece rendono meglio sulla spiaggia. Almeno, i blog che ho visitato finora erano così. Ma anche se questo non lo è, parlerò del primo libro che ho finito, che è "Jane Austen Book Club" di Karen Jay Fawler.
Ah, questa non è una recensione, che io i blog con le recensioni scritte in forma di recensione da aspiranti recensori li aborro. Detto ciò, parliamo del libro, che è abbastanza superfluo. Fondamentalmente una presentazione di personaggi senza trama, però si fa leggere, e io quando leggo un libro senza senso che si fa leggere mi incazzo, perché sono invidiosa del talento che hanno alcuni scrittori, quello nel farsi leggere anche senza raccontare niente. C'è da dire, a parte i livori personali, che sarebbe meglio leggere il libro possedendo un'adeguata conoscenza dell'opera della Austen, cosa che io non posseggo, avendo solo letto "Emma" e visto i film "Ragione e sentimento" e "Orgoglio e pregiudizio". Forse rimedierò alle lacune o forse no, ma intanto chiudo sottolineando quello che secondo me è il più grande merito del libro della Fawler: mostrare gli scrittori per quello che sono, e cioè non personcine sensibili e artistoidi, bensì riprovevoli sanguisughe che sfruttano le persone per rubargli le storie.

3 commenti:

Categong ha detto...

Difendo la categoria:
almeno così qualcuno le scrive, quelle storie.
Altrimenti andrebbero perdute.

Che poi la fantasia rielabora tutto, ma a qualcosa deve pur appigliarsi.
;)

LB ha detto...

Oh, ma anch'io la difendo, se non altro perché ne faccio parte! E poi non vedo l'ora di ricevere una querela da qualcuno che si riconosce e non si sente lusingato! ;)

Anonimo ha detto...

conosco uno scrittore che di sensibile e artistoide non ha NULLA. Ed è una dannata sanguisuga.
Ma è anche un GENIO e poi io gli perdono tutto. Ma NON difendo la categoria. La definizione è calzante.

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